Interruzione di attività, pandemia e incidenti informatici, secondo l’indagine di Allianz, sono i tre principali rischi percepiti per il 2021, tutti fortemente interconnessi. La pandemia sale dal 17° al 2° posto, ed è considerata la causa principale dell’interruzione di attività, seguita dal cyber. Le aziende cercano di ridurre il rischio nelle supply chain e di potenziare i piani aziendali di business continuity in caso di eventi estremi. Cambiamenti nei mercati, cambiamenti macroeconomici e rischi politici sono tutti in crescita. Le conseguenze economiche della pandemia alimenteranno probabilmente disordini con implicazioni per le supply chain e l’interruzione delle attività commerciali
Non è certo una sorpresa: c’è un trio di rischi legati al Covid-19 alla guida dell’Allianz Risk Barometer 2021, e riflette gli sconvolgimenti causati dai lockdown, misura adotta-ta in molti paesi nel mondo per arginare l’epidemia di coronavirus. L’interruzione di attività (al primo posto con il 41% delle risposte) e lo scoppio della pandemia (al secondo, con il 40%) sono i principali rischi percepiti quest’anno, mentre i rischi informatici (39%) si collocano al terzo posto. L’indagine annuale sui rischi aziendali globali di Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs) aggrega le opinioni di 2.769 esperti, tra cui ceo, risk manager, broker ed esperti assicurativi, provenienti da oltre 92 Paesi. Quest’anno il barometro «è chiaramente dominato dal trio di rischi legati al Covid-19. L’interruzione di attività, la pandemia e il cyberspazio sono fortemente interconnessi, a dimostrazione delle crescenti vulnerabilità del nostro mondo altamente globalizzato e connesso», commenta Joachim Müller, ceo di Agcs. «La pandemia di coronavirus ci ricorda che non tutto è assicurabile, perciò la gestione del rischio insieme a quella dei business continuity plan deve evolvere per aiutare le aziende a fronteggiare e superare situazioni estreme. Con la pandemia che persiste in tutto il mondo, dobbiamo essere pronti ad affrontare più frequenti scenari catastrofici “estremi”, come un’interruzione del cloud su scala globale o un attacco informatico, disastri naturali causati dal cambiamento climatico o anche un’altra epidemia». La crisi del coronavirus continua a rappresentare una minaccia immediata sia per la sicurezza individuale sia per le imprese, e lo dimostra il fatto che l’epidemia ha scalato ben 15 posizioni arrivando al 2° posto in classifica. Un rischio chiaramente sottovalutato in passato, considerando che negli ultimi dieci anni non aveva mai superato il 16° posto. Invece, nel 2021, è il rischio numero uno in 16 paesi e fra i tre maggiori rischi in tutti i continenti e in 35 dei 38 paesi selezionati per i quali è stata fatta un’analisi dei principali 10 rischi. Giappone, Corea del Sud e Ghana sono le uniche eccezioni. Anche altri rischi sono saliti nella classifica, come i cambiamenti nei mercati (n° 4, 19%), i cambiamenti macroeconomici (n° 8, 13%) e i rischi politici (n° 10, 11%) che sono in gran parte scenari legati all’epidemia di coronavirus. Tra i rischi in discesa figurano i cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare (n° 5, 19%), le catastrofi naturali (n° 6, 17%), gli incendi/esplosioni (n° 7, 16%) e il cambiamento climatico (n° 9, 13%), chiaramente superati dalle preoccupazioni legate alla pandemia.
TOP 10 DEI RISCHI IN ITALIA
In Italia, per la prima volta in assoluto, gli incidenti informatici si classificano come il più importante rischio per le aziende a livello locale. L’interruzione di attività è al secondo posto e rimane una sfida fondamentale, mentre la pandemia entra quest’anno direttamente al 3° posto. Prima dell’epidemia di Covid-19, l’interruzione di attività (business interruption – Bi) si era già classificata per sette volte al vertice dell’Allianz Risk Barometer e torna a quel primo posto che aveva ceduto agli incidenti informatici nel 2020. La pandemia ha dimostrato che gli eventi estremi di Bi su scala globale non sono solo teorici, ma una possibilità reale, che causa perdite di ricavi e interruzioni della produzione, delle attività e delle supply chain. Il 59% degli intervistati segnala la pandemia come la causa principale della Bi nel 2021, segui-ta dagli incidenti informatici (46%) e da catastrofi naturali e incendi ed esplosioni (circa il 30% ciascuno).
La pandemia si è aggiunta al crescente elenco di scenari di Bi con danni non materia-li, come i danni da cyber o i blackout energetici. «Le conseguenze della pandemia – una digitalizzazione più ampia, l’aumento del la-voro da remoto e la crescente dipendenza di aziende e società dalle tecnologie informatiche – aumenteranno probabilmente i rischi di Bi nei prossimi anni», spiega Philip Beblo, del global property underwriting team di Agcs. «Tuttavia, i rischi tradizionali non scompariranno e devono rimanere nell’agenda della gestione del rischio». Catastrofi naturali, fenomeni meteorologici estremi o incendi rimangono le cause principali di interruzione dell’attività per molti settori e nel tempo continuiamo a notare una tendenza all’aggravarsi delle perdite a loro relative». In risposta all’accresciuta vulnerabilità relativa alla Bi, molte aziende puntano a costruire attività più resilienti e a ridurre il rischio nelle loro supply chain. Secondo gli intervistati, il miglioramento dei piani di business continuity è l’azione principale che le aziende stanno intraprendendo (62%), seguita dallo sviluppo di contratti con fornitori alternativi o multipli (45%), dall’investimento in supply chain digitali (32%) e dal miglioramento della selezione e dell’auditing dei fornitori (31%). Secondo gli esperti di Agcs, i piani di business continuity di molte aziende sono stati rapidamente sopraffatti dal ritmo della pandemia. La pianificazione relativa alla continuità operativa deve diventare più olistica, interfunzionale e dinamica e deve monitorare e misurare gli scenari di sinistro emergenti o estremi, ed essere costantemente aggiornata testata e integrata nella strategia di un’organizzazione.
INCIDENTI INFORMATICI IN AUMENTO
Anche se gli incidenti informatici sono scesi al 3° posto, mangono un rischio fondamentale per un numero di inter-vistati superiore a quello del 2020, e si collocano ancora tra i primi tre rischi in molti paesi, tra cui Brasile, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Sudafrica, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. La pandemia sta provocando un’accelerazione verso il lavoro da remoto e una maggiore digitalizzazione, intensificando le vulnerabilità It. Gli incidenti di ransomware, che già erano frequenti, stanno diventando più gravi poiché prendono sempre più di mira le grandi im-prese con attacchi sofisticati e ingenti casi di estorsione. «Il Covid-19 ha dimostrato la rapidità con cui i criminali informatici sono in grado di adattarsi. L’ondata di digitalizzazione provocata dalla pandemia ha creato opportunità di intrusione con nuovi scenari di rischio che emergono costantemente», dice Catharina Richter, global head of the Allianz Cyber Center of Competence. «I cyber-criminali si stanno evolvendo: utilizzano la scansione automatica per identificare le lacune nel sistema di sicurezza, attaccano i router scarsamente protetti o addirittura utilizzano i deepfake, ovvero contenuti multimediali realistici modificati o falsificati dall’intelligenza artificiale. Allo stesso tempo la protezione dei dati, la regolamentazione della privacy e le multe per le violazioni dei dati continuano la loro tendenza al rialzo».
CHI SALE E CHI SCENDE
I cambiamenti nei mercati salgono al 4° posto nella graduatoria del Barometer di quest’anno, mentre il Covid-19 innescherà probabilmente un periodo di cambiamento e di perturbazione del mercato, sollecitando l’adozione di nuova tecnologia, portando a cambiamenti normativi, oltre ad accelerare la scomparsa di settori storici e tradizionali e dando origine a nuova concorrenza. I cambiamenti macro-economici (n°8) e i rischi politici (n°10) tornano per la prima volta nella top 10 dal 2018, evidenziando il fatto che i disordini civili, le proteste e le rivolte sfidano il terrorismo come principale rischio per le aziende. Il numero, la portata e la durata di molti eventi recenti, tra cui le proteste del movimento Black lives matter, le manifestazioni anti-lockdown e i disordini intorno alle elezioni presidenziali statunitensi, sono stati eccezionali. Con l’aumento delle ricadute socioeconomiche dovute al Covid-19, è probabile che si verifichi-no ulteriori disordini politici e sociali, e si prevede che molti paesi registreranno un aumento di tali situazioni nel 2021 e oltre, in particolare in Europa e nelle Americhe. I cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare scendono dal 3° al 5° posto rispetto all’anno precedente. «La pandemia può aver causato alcuni ritardi nel processo di cambiamento normativo, che tuttavia non si è fermato. Al contrario, il 2021 promette di diventare un anno molto impegnativo in termini di nuove leggi e norme in particolare per quanto riguarda i dati e la sostenibilità», prevede Lu-dovic Subran, chief economist di Allianz. Le catastrofi naturali scendono dal 6° al 4° posto e questo sottolinea il fatto che, sebbene le per-dite aggregate di molteplici eventi minori come incendi, o eventi atmosferici violenti, abbiano comunque portato a devastazioni diffuse e a in-genti perdite nel 2020, è sta-to anche il terzo anno consecutivo senza un solo grande evento come, ad esempio, l’u-ragano Harvey nel 2017. Anche il cambiamento cli-matico è sceso, ed è ora al 9° posto. Tuttavia, la necessità di combattere i cambiamenti climatici rimane più importante che mai, dato che il 2020 è stato l’anno più caldo mai registrato. «Grazie all’inizio della campagna di vaccinazione, il cambiamento climatico dovrà tornare all’ordine del giorno del consiglio di amministrazione di ogni azienda come priorità nel 2021», dice Michael Bruch, global head of Esg di Agcs. «Molte imprese devo-no adeguare il loro business per un mondo a basse emissioni di carbonio, e i risk manager devono essere in prima linea in questa transizione».