La promessa degli open data finanziari

La creazione e l’espansione di ecosistemi di dati finanziari accessibili presenta complesse sfide tecniche e normative. Attuare strategie sicure e affidabili in questo ambito garantirebbe però enormi vantaggi per i consumatori, le istituzioni finanziarie e l’economia.
open data

La creazione e l’espansione di ecosistemi di dati finanziari accessibili presenta complesse sfide tecniche e normative. Attuare strategie sicure e affidabili in questo ambito garantirebbe però enormi vantaggi per i consumatori, le istituzioni finanziarie e l’economia.

Dall’Australia al Brasile, dalla Nigeria agli Stati Uniti, i paesi stanno mettendo in atto nuove linee guida e regolamenti per regolare la condivisione digitale dei dati finanziari. L’obiettivo è stimolare la creazione di ecosistemi di dati digitali che accelerino e velocizzino le interazioni tra le istituzioni finanziarie e i loro clienti privati e corporate. E l’eventuale successo della prassi per rendere accessibile i dati finanziari potrebbe anche fornire un impulso più ampio al Pil globale.
Consentendo ai dati dei clienti di fluire senza attriti tra gli istituti finanziari attraverso Api (Application programming interfaces), i sistemi open data riducono o eliminano la necessità di elaborazione manuale dei dati. La fiducia dei consumatori è il prerequisito essenziale per un sistema di questo tipo, che si può ottenere solo garantendo un cuscinetto protettivo a livello di consenso degli utenti, protezione dei dati e sicurezza informatica.
Con le garanzie in atto, i benefici possono essere significativi. I singoli e le piccole imprese possono ottenere maggiore accesso ai servizi finanziari; ad esempio, i dati che mostrano che un cliente con una posizione creditizia bassa è affidabile nel pagamento di bollette, affitto e altri conti possono migliorare le possibilità di ricevere un prestito, anche in caso di prima richiesta.
Altri vantaggi per i consumatori includono una maggiore comodità – non c’è bisogno di continuare a compilare i moduli in triplice copia – e una gamma più ampia di opzioni di prodotto. Nel Regno Unito, dove il cosiddetto open banking è in funzione dal 2018, i clienti possono facilmente cambiare conto da un istituto all’altro per guadagnare un tasso di deposito più elevato e possono confrontare i tassi sui mutui di diversi fornitori senza dover passare tramite broker e commissioni.
Negli Stati Uniti, l’ordine esecutivo del presidente Biden del 9 luglio 2021 sulla promozione della concorrenza nell’economia si riferiva specificamente a una maggiore condivisione dei dati finanziari, così che «i consumatori possano passare più facilmente da un istituto finanziario all’altro e utilizzare nuovi prodotti finanziari innovativi».
A beneficiarne sarebbero anche i fornitori di servizi finanziari. L’adozione di open data migliorerebbe l’efficienza operativa fornendo loro dati verificati digitalmente, liberandoli dalle onerose attività di immissione manuale o di ricerca di informazioni nei silos di dati. Ciò riduce significativamente i costi associati alla correzione dei dati errati di customer relationship management, attualmente stimati al 20% delle entrate di un tipico istituto finanziario, e consente ai fornitori di servizi
di fare di più per automatizzare le operazioni sui dati.
Una condivisione più approfondita dei dati implica anche che le banche possono assegnare il proprio personale ai clienti più a rischio e ridurre la necessità di intermediazione dei dati.
Negli Stati Uniti, ad esempio, quasi la metà di tutti i fornitori di mutui si affida a dati di terze parti per la concessione dei prestiti, ma gli open data finanziari stanno rendendo pubbliche molte di queste informazioni. Infine, la condivisione dei dati è uno strumento efficace contro le frodi, in quanto
fornisce più prove e indizi con cui segnalare attività sospette, aiutando le istituzioni a rafforzare il modeling predittivo delle frodi. Poi arrivano i
guadagni macroeconomici. In una recente analisi di 24 iniziative di condivisione dei dati finanziari nel settore bancario e dei pagamenti, abbiamo riscontrato che un’ampia adozione di sistemi di open data può fornire un notevole impulso economico, si passa da circa l’1-1,5% del Pil nel 2030 nell’Unione europea, nel Regno Unito e negli Stati Uniti fino al 4-5%
in India (vedi grafico in alto). Inoltre, tutti gli operatori di mercato, istituzioni finanziarie, singoli clienti, micro, piccole e medie imprese, ne
trarranno beneficio, anche se in misura diversa a seconda della profondità e della struttura finanziaria di ciascun paese e delle caratteristiche del suo sistema di open data.
Per ora, anche i paesi in prima linea nell’adozione degli open data stanno acquisendo solo una frazione del valore potenziale. In base alle nostre stime, il Regno Unito sta sfruttando attualmente solo il 30-40%, e gli Stati
Uniti e l’Europa solo il 10%. Per realizzazione il valore completo serve un livello di standardizzazione dei dati e un’ampiezza di condivisione dei dati di cui dispongono attualmente poche economie. La standardizzazione si riferisce alla misura in cui esistono meccanismi standardizzati per la condivisione dei dati e al costo di accesso associato, mentre l’ampiezza si riferisce al numero di diversi tipi di dati finanziari condivisi.
In alcuni casi la condivisione dei dati è già attiva. In molti paesi, ad esempio, i consumatori che desiderano accedere automaticamente a mutui competitivi devono fornire gli stessi dati specifici per la domanda di mutuo a più fornitori. Ma per operare su larga scala, e quindi ottenere maggiori risultati, serve un’ampia gamma di dati finanziari facilmente accessibile tramite Api standard a costi minimi.
Altri due aspetti sono essenziali: una solida infrastruttura finanziaria digitale su cui costruire un sistema di condivisione dei dati e l’innovazione per garantire che continui a prosperare. Durante la pandemia di covid-19, i paesi con infrastrutture finanziarie digitali ben sviluppate sono stati in grado di erogare pagamenti a imprese e privati in modo rapido ed efficiente. Tali sforzi si basano fortemente sui canali di pagamento digitali, insieme a sistemi di identificazione digitale ad alta garanzia che hanno un’ampia copertura della popolazione e una protezione integrata dei consumatori. Per molte economie emergenti, l’accesso di base a internet, l’ampio uso degli smartphone e reti elettriche affidabili sono prerequisiti per catturare il pieno valore economico di un ecosistema di condivisione dei dati.
L’innovazione è l’ultima frontiera. Maggiore è il valore degli open data finanziari che diventano accessibili, maggiore sarà il potenziale di innovazione, anche con modalità ad ora inimmaginabili. Diversi attori, dai tradizionali operatori bancari alle piattaforme tecnologiche e alle nuove
startup fintech, potrebbero svolgere ruoli significativi in base alle loro aree di forza e al vantaggio competitivo.
La creazione e l’espansione di ecosistemi di dati finanziari accessibili presenta complesse sfide tecniche e normative. Attuare strategie sicure e affidabili in questo ambito garantirebbe però enormi vantaggi per i
consumatori, le istituzioni finanziarie e l’economia.

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