Povertà sanitaria: in 600 mila senza cure

Secondo il nono rapporto di Banco Farmaceutico, sono 600 mila le persone che si ritrovano in uno stato di povertà sanitaria in quanto non hanno la possibilità di acquistare medicinali.
povertà sanitaria

Secondo il nono rapporto di Banco Farmaceutico, sono 600 mila le persone che si ritrovano in uno stato di povertà sanitaria poichè impossibilitati ad acquistare medicinali.

Il 9° rapporto Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci realizzato con il contributo di IBSA Farmaceutici da OPSan – Osservatorio sulla Povertà Sanitaria, rivela che ben il 37% in più rispetto al 2020 non ha potuto ricevere l’assistenza medica di cui aveva bisogno (vale a dire 163.387 persone in più in un solo anno). Un esempio sono le cure dentistiche. Infatti, emerge che nel budget mensile delle famiglie povere, sono sempre meno i soldi dedicati a queste ultime: 0,75€ contro i 12,6€ di chi ha più mezzi.

Un investimento più che una necessità

In termini generici, tutta la popolazione, sia che sia più o meno povera, compie un “investimento” o un “sacrificio” per tutelare la propria salute. Lo conferma il fatto che il peso della spesa sanitaria sul totale si attesta su valori tra il 2% e il 1,6% (vale a dire tra i 60,96 euro e 10,25 euro).

Il ruolo della pandemia

Ad ogni modo, nonostante il modo in cui è pensato il Servizio Sanitario Nazionale, il 42,2% della spesa farmaceutica è a carico delle famiglie, che nel 2020 hanno speso 8,7 miliardi di euro su un totale di 20,5 miliardi.

A causa della crisi economica derivante dalla pandemia, molte persone sono state spinte in una situazione di indigenza, e chi già era povero vive una condizione di ulteriore marginalità. Il nostro Rapporto rappresenta […] uno strumento per consentire a Banco Farmaceutico di poter fare meglio il proprio lavoro (raccogliere farmaci per gli indigenti) e per smuovere idee e coscienze, fornendo al dibattito alcuni suggerimenti in termini di politiche pubbliche. Crediamo in particolare che […] occorra valorizzare adeguatamente il ruolo sussidiario del Terzo settore. Crediamo sia sufficiente guardare a ciò che già esiste. A quello che accade, per esempio in alcune regioni, dove gli enti assistenziali hanno assunto una funzione di sistema non ignorabile dalle istituzioni pubbliche, le quali considerano tali enti partner delle politiche sanitarie, coinvolgendole talora nella co-progettazione del welfare locale a sostegno dei poveri“.

Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus

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