L’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) ha pubblicato uno studio sul rapporto tra donne e imprese nel mondo assicurativo. La parità di genere, stando al report, risulta ancora carente. Vi sono compagnie in cui addirittura vi è la totale assenza di donne all’interno dei cda, una tendenza tristemente in linea con gli altri paesi, anche quelli più evoluti e maggiormente sensibili al tema delle pari opportunità: basti pensare che negli Stati Uniti le “colleghe” americane guadagnano in media il 60% in meno rispetto agli uomini.
Lo studio effettuato da IVASS riguarda 122 imprese per il 2015 e 108 per il 2019, che ha registrato un lieve aumento della diversità di genere nel comparto assicurativo.
A fronte di un numero medio di componenti dei consigli, la percentuale femminile nel 2019 è pari in media al 17% con un incremento pari a 7 punti percentuali rispetto al 2015, anno in cui le donne rappresentavano il 10% del totale. Come già detto sopra, circa un terzo dei consigli è composto di soli uomini, un valore elevato ancorché in calo rispetto al 2015, quando la presenza femminile mancava del tutto in più della metà dei consigli.
Considerando i ruoli investiti dalle donne all’interno dei consigli, la percentuale di donne tra le figure apicali è nel complesso migliorato, anche se in modo contenuto: i presidenti donna sono al 5%, dato del 2019 rimasto invariato rispetto al 2015. Secondo il rapporto dell’IVASS, la presenza femminile è maggiore nel ruolo di consigliere, mentre è diminuita in quello di Direttore Generale.
In sintesi, dall’analisi emerge che le donne sono mediamente più giovani dei colleghi uomini e che la preparazione accademica è generalmente superiore, così come il numero di esperienze professionali diversificate ed esterne al settore assicurativo.
L’eccezione alla regola: il caso di CF assicurazioni
A dare un segnale forte alla parità di genere è la compagnia CF Assicurazioni. Infatti, secondo ANIA, l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, all’interno del gruppo assicurativo le donne sono il 60% dei dipendenti, ricoprendo anche ruoli di responsabilità. Un caso unico nel panorama assicurativo, di gran lunga sopra la media che su circa 50.000 dipendenti operanti nel settore, il 53% sono uomini e il 47% donne. Una tendenza virtuosa promossa dalla responsabile HR Daniela Testa, che in un’intervista ha detto che “sostenere la leadership al femminile significa anche far confluire in aziende caratteristiche quali socialità, predisposizione all’ascolto, multitasking, empatia, che rappresentano dei plus importanti nell’ottica delle qualità dell’ambiente di lavoro e della produttività generale”.
L’impegno da parte dell’Osservatorio permanente D&I di Le Fonti per mantenere viva l’attenzione alle pari opportunità e le quote rosa, in modo che l’8 marzo non sia soltanto una data da celebrare ma una sfida da portare avanti con costanza.