La Corte europea ha ribaltato la sentenza della Cassazione, sostenendo che index e unit linked restano contratti assicurativi anche se scaricano il rischio sui clienti. Ma l’intreccio di norme e direttive rende sempre più complicato per le compagnie operare sui prodotti diversi da quelli tradizionali senza incorrere nei ricorsi dei consumatori quando l’investimento va male. E in arrivo ci sono anche i player del fintech…
Investimento rischioso o polizza garantita? Qualunque sia la risposta, le index e le unit linked continuano a riscuotere grande successo. Con la crescita a due cifre registrata negli anni scorsi, i prodotti assicurativi legati al rendimento di un fondo o di un indice hanno raggiunto una quota del 33% del totale della raccolta. Nel 2016 l’asticella era ferma al 28%. Nel solo mese di aprile, seppure con ritmi inferiori rispetto al passato, il ramo III ha totalizzato oltre 2 miliardi, con una crescita del 4,6%, dopo la variazione negativa dei 30 giorni precedenti. Ma da gennaio l’asticella è a 9,6 miliar-di, in progressione del 6,1% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Un corsa doppia a quella totalizzata dalle polizze vita di ramo I (+3,1%), che da gennaio ad aprile sono arrivate a quota 18 miliardi. Per leggere interamente il presente articolo occorre essere abbonati all’edizione cartacea http://www.newinsurance.it/abbonamenti/